Nel cuore della rivoluzione digitale, due tecnologie si stanno intrecciando per generare un cambiamento profondo nei modelli operativi di aziende e organizzazioni: la Robotic Process Automation (RPA) e l’Internet of Things (IoT). Mentre la RPA si è affermata come strumento per automatizzare compiti digitali ripetitivi all’interno dei sistemi informatici aziendali, l’IoT ha rivoluzionato il modo in cui si raccolgono e analizzano i dati provenienti dal mondo fisico. L’unione di queste due tecnologie genera una sinergia potente, capace di creare processi “intelligenti”, che non si limitano ad automatizzare attività, ma che reagiscono attivamente agli eventi, anticipano problemi e migliorano l’efficienza su tutta la linea operativa.
L’Internet of Things ha reso possibile il monitoraggio continuo di oggetti fisici tramite sensori connessi. Dalle macchine industriali agli elettrodomestici intelligenti, dai dispositivi medici ai mezzi di trasporto, tutto può oggi generare dati, che vengono raccolti in tempo reale, inviati a piattaforme cloud e utilizzati per ottenere visibilità sui processi, rilevare anomalie o semplicemente per misurare l’andamento operativo. Tuttavia, la sola disponibilità dei dati non è sufficiente: serve, infatti, la capacità di reagire a quegli input in modo tempestivo, coerente e scalabile. Ed è proprio qui che entra in gioco la Robotic Process Automation.
La RPA è una tecnologia software che consente di replicare le azioni compiute da un operatore umano su un’interfaccia digitale. I bot RPA possono interagire con applicativi come ERP, CRM, sistemi gestionali o web app, inserendo dati, leggendo documenti, generando report, inviando email o eseguendo attività di routine. La loro forza consiste nel non richiedere modifiche profonde ai sistemi esistenti. Le due tecnologie lavorano con l’interfaccia utente, come farebbe una persona. Integrando questi bot con l’IoT, diventa possibile automatizzare non solo le attività digitali, ma anche le risposte a eventi reali.
Prendendo ad esempio un impianto industriale, è possibile considerare un sensore che rileva un surriscaldamento in un motore. In passato, questo dato veniva inviato a un cruscotto, dove un tecnico, vedendolo, avrebbe aperto un ticket, avvisato la manutenzione e registrato l’evento. Oggi, con l’integrazione IoT-RPA, l’anomalia viene rilevata automaticamente, e un bot RPA entra in azione aprendo un ticket nel sistema di gestione, inviando notifiche via email o chat aziendale, aggiornando il registro delle manutenzioni e, se necessario, ordinando i pezzi di ricambio. Questo processo avviene in pochi secondi, riducendo i tempi di risposta e il rischio di danni.
Ma come funziona l’architettura tecnica che sostiene questa sinergia articolata? I sensori IoT raccolgono dati che vengono prima elaborati da gateway locali (edge computing) per ridurre la latenza e filtrare informazioni inutili. I dati validi vengono, poi, inviati a piattaforme cloud (come AWS IoT Core, Azure IoT Hub, Google Cloud IoT), dove vengono analizzati o utilizzati per generare eventi. Questi ultimi, attraverso API, webhook o sistemi di messaggistica, attivano i bot RPA, che si connettono ai sistemi aziendali e compiono le azioni necessarie. In questa architettura, la RPA funziona come “ponte” tra il mondo fisico rilevato dai sensori e il mondo digitale dei sistemi informativi aziendali.
Quali sono i vantaggi di questa integrazione? Vediamolo insieme:
- Riduzione dei tempi di reazione. Mentre in passato i dati dovevano essere letti e interpretati manualmente, ora l’intera catena di risposta può essere automatizzata, agendo in tempo reale
- Riduzione degli errori. I bot RPA agiscono in modo coerente e tracciabile, garantendo che le azioni siano sempre conformi alle regole aziendali e alle normative. Inoltre, questa sinergia consente una gestione più proattiva dei processi
- Riduzione dei costi operativi. Ciò è reso possibile grazie alla diminuzione dell’intervento umano e all’ottimizzazione dei flussi di lavoro
Come ogni tecnologia, anche la sinergia tra RPA e IoT presenta delle sfide. Una delle principali è la sicurezza. I dispositivi IoT, per loro natura, sono esposti a potenziali attacchi informatici, e se i dati trasmessi dai sensori sono falsati, potrebbero attivare bot RPA con conseguenze importanti. Gli esperti, quindi, consigliano di adottare misure di sicurezza robuste, proteggere i canali di comunicazione e garantire che i bot RPA operino solo su dati verificati.
Un’ulteriore sfida è la complessità dell’integrazione. Molte aziende utilizzano sistemi legacy non predisposti alla connessione con tecnologie moderne e, in questi casi, è necessaria una progettazione attenta, spesso supportata da middleware e orchestratori di processo. Inoltre, è fondamentale una governance chiara. Ogni azione automatizzata deve essere tracciabile, documentata e controllabile. Infine, la dipendenza da infrastrutture digitali rende il sistema vulnerabile a guasti tecnici, che devono essere previsti e gestiti con piani di continuità operativa.
Nonostante queste criticità, il futuro dell’automazione è rappresentato dall’Intelligent Process Automation (IPA), una combinazione evoluta di RPA, IoT e Intelligenza Artificiale. In questo modello, i sensori IoT raccolgono dati, l’AI li analizza, oltre che interpretarli, e la RPA esegue le azioni necessarie. Si passa, in questo modo, da un’automazione reattiva a una proattiva e adattiva.
Per le aziende, investire in questa sinergia significa fare un salto di qualità nella propria strategia digitale. Non si tratta più solo di automatizzare attività ripetitive, ma anche di costruire ecosistemi dinamici, interconnessi, intelligenti. Sistemi che reagiscono, anticipano, monitorano, ottimizzano, eseguono, e decidono. La fusione tra RPA e IoT non rappresenta una semplice somma, ma una moltiplicazione di potenziale.
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Integrazione tra RPA e Internet of Things
L’integrazione tra RPA e IoT rappresenta uno dei cambiamenti più incisivi nel panorama dell’automazione aziendale. Si tratta di una combinazione di tecnologie, oltre che di una vera e propria convergenza operativa che permette di collegare il mondo fisico (fatto di dispositivi, sensori, impianti, oggetti) con quello digitale (fatto di sistemi informatici, piattaforme gestionali e processi aziendali).
Il cuore dell’integrazione risiede nella capacità di reagire automaticamente a ciò che accade nel mondo reale. In uno scenario tradizionale, un sensore IoT può rilevare un cambiamento, una variazione di temperatura, una vibrazione anomala o una pressione fuori soglia, ma la risposta a questi dati deve ancora essere presa da un operatore umano. Ciò comporta tempo, risorse, possibili errori o ritardi. Con l’integrazione della RPA, questi segnali diventano, invece, immediatamente azionabili. I bot software, programmati per rispondere a determinati eventi, vengono attivati non da un input umano, ma da un dato reale raccolto da un sensore.
Dal punto di vista tecnico, questo avviene grazie a una catena orchestrata di passaggi. Il dato generato da un dispositivo IoT viene prima elaborato localmente o inviato a una piattaforma cloud (come Azure IoT Hub, AWS IoT o simili) e analizzato in tempo reale. Riconosciuta una condizione anomala o critica, la piattaforma genera un evento, una notifica, un trigger. Questo evento viene, successivamente, intercettato da un sistema RPA, spesso tramite API, webhook o sistemi di messaggistica. A quel punto, il bot si attiva: apre un ticket nel sistema ITSM, invia un’e-mail, aggiorna un database, registra l’evento, oppure lancia un ordine di manutenzione. Il tutto senza bisogno di intervento umano.
Questa integrazione consente di automatizzare risposte intelligenti a condizioni reali. Immaginiamo, per esempio, una linea di produzione in una fabbrica alimentare. Se un sensore rileva che la temperatura del frigorifero industriale sta superando il limite di sicurezza, la piattaforma IoT riconosce il problema e lo segnala. Il bot RPA riceve il segnale, controlla che non sia un falso allarme, registra il problema nel sistema di qualità, invia una notifica al team di manutenzione, ordina il pezzo di ricambio (se necessario) e, nel frattempo, ferma automaticamente la linea per evitare la produzione di merce non conforme. Tutto questo avviene nel giro di pochi secondi. Il processo, infatti, è veloce, standardizzato, tracciabile e documentato. Ciò comporta maggiore sicurezza, riduzione degli errori e maggiore conformità alle normative.
Inoltre, l’integrazione RPA-IoT è resa ancora più potente grazie alla possibilità di adattarsi a contesti molto diversi. Anche nella logistica, un sistema può rilevare in tempo reale lo spostamento di un pallet, e far partire automaticamente un aggiornamento nel sistema ERP, la generazione di un DDT, l’avviso al cliente o il riordino automatico.
Questa sinergia consente di passare da una logica di automazione rigida a una logica dinamica e contestuale. Il sistema può diventare non solo reattivo, ma anche predittivo, grazie all’inserimento dell’Intelligenza Artificiale. L’RPA, in questo caso, diventa il braccio operativo dell’Intelligenza: l’AI analizza i dati provenienti dai sensori IoT, individua pattern, prevede anomalie e, quando necessario, chiede al bot di agire. Non è più necessario aspettare che si verifichi un guasto per intervenire: si può agire prima, prevenendo fermi macchina, ottimizzando risorse e migliorando la qualità dei servizi.
Naturalmente, integrare RPA e IoT è un’operazione che richiede una solida infrastruttura digitale, un’accurata progettazione dei flussi e una governance ben definita. Uno degli aspetti più delicati è la sicurezza: se un sensore viene manomesso o trasmette dati falsi, il rischio è che i bot RPA eseguano azioni sbagliate. Per questo motivo, i dati provenienti dai dispositivi IoT devono essere validati, autenticati, e le azioni dei bot sempre monitorabili e tracciate. La complessità aumenta ulteriormente se si lavora in ambienti con sistemi legacy, dove l’assenza di API o interfacce moderne costringe a ricorrere a bot che simulano il comportamento umano per interagire con le interfacce grafiche. In questi casi, la RPA diventa una tecnologia ponte, capace di connettere il nuovo (IoT e AI) con il vecchio (sistemi non aggiornabili, ma ancora in uso).
Secondo gli esperti, guardando al futuro, con l’avvento di modelli sempre più intelligenti, questa integrazione sarà la base per sistemi capaci di apprendere dai dati, migliorare con l’esperienza, adattarsi a nuovi contesti e prendere decisioni senza supervisione continua.
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Applicazioni pratiche e casi d’uso
L’integrazione tra la Robotic Process Automation e l’Internet of Things sta rivoluzionando profondamente il modo in cui le aziende gestiscono e automatizzano i loro processi. Questa sinergia permette di collegare in modo diretto e intelligente il mondo fisico, fatto di dispositivi e sensori, con quello digitale, composto da sistemi informatici e piattaforme di gestione, trasformando dati raccolti in azioni rapide, automatiche e senza intervento umano. Ciò apre scenari innovativi e altamente efficienti, in cui l’automazione non si limita più a compiti ripetitivi su dati digitali, ma diventa reattiva agli eventi reali rilevati dall’ambiente circostante.
Le applicazioni pratiche di questa integrazione sono molteplici e si estendono a diversi settori, offrendo benefici concreti sia in termini di velocità e qualità delle operazioni, sia di riduzione dei costi e miglioramento della sicurezza. Vediamo qualche esempio:
- Nel settore industriale l’utilizzo combinato di sensori IoT e bot RPA ha dato origine a sistemi di manutenzione predittiva estremamente efficienti. Le macchine dotate di sensori che monitorano costantemente parametri come temperatura, vibrazioni o pressione possono inviare segnali immediati in caso di anomalie. Un bot RPA, ricevuto l’allarme, avvia automaticamente tutta la catena di azioni necessarie: crea ticket di manutenzione, notifica i tecnici, verifica la disponibilità dei pezzi di ricambio e aggiorna i registri. Il risultato è un intervento tempestivo che riduce i fermi macchina e ottimizza l’uso delle risorse, migliorando anche la documentazione e la tracciabilità degli eventi
- In ambito logistico, sensori RFID e dispositivi di tracciamento permettono il monitoraggio in tempo reale delle merci all’interno di magazzini e durante le spedizioni. Grazie all’integrazione con l’RPA, ogni movimento fisico di pallet o colli di bottiglia si traduce in un aggiornamento immediato dei sistemi ERP o WMS. Vengono, infatti, generati documenti di trasporto, avvisati i clienti, pianificati nuovi arrivi o spedizioni. Questo flusso automatico riduce errori, velocizza le operazioni e migliora la trasparenza delle attività
- Il settore degli edifici intelligenti sfrutta questa sinergia per ottimizzare consumi energetici e garantire la sicurezza. Sensori di presenza, temperatura o fumo monitorano costantemente l’ambiente, attivando bot RPA che regolano luci, climatizzazione o sistemi di allarme. Ad esempio, se una sala conferenze risulta vuota, il bot spegne automaticamente le luci e il condizionatore, evitando sprechi. In caso di emergenza, il sistema è in grado di attivare allarmi, notificare il personale di sicurezza e aprire le uscite di emergenza in modo automatico, migliorando la rapidità di risposta e la sicurezza degli occupanti
- In ambito sanitario, questa integrazione permette un monitoraggio continuo e una gestione proattiva dei pazienti. Dispositivi indossabili, che misurano parametri vitali, possono attivare bot che aggiornano le cartelle cliniche, inviano alert ai medici o prenotano esami diagnostici, riducendo i tempi di intervento e migliorando la qualità dell’assistenza
- Le aziende di servizi energetici utilizzano sensori intelligenti per monitorare reti di distribuzione elettrica, gas o acqua, rilevando perdite o anomalie. Grazie all’automazione RPA, queste segnalazioni si traducono in azioni immediate, quali la sospensione dell’erogazione in una zona specifica, la notifica ai clienti interessati, l’allertamento delle squadre di intervento e la generazione automatica di report e pratiche amministrative
- Nel retail, la combinazione di IoT e RPA consente di ottimizzare il rifornimento dei prodotti e migliorare l’esperienza del cliente. Sensori sugli scaffali monitorano le scorte e, al diminuire delle quantità, i bot RPA possono generare ordini di riassortimento, aggiornare lo stock online e inviare promozioni mirate basate sui dati di acquisto raccolti, migliorando la disponibilità dei prodotti e personalizzando le offerte
- Nelle smart city, sensori ambientali integrati con bot RPA permettono di gestire in modo efficace la qualità dell’aria, il traffico e la sicurezza pubblica. In caso di superamento delle soglie di inquinamento, l’automazione può inviare notifiche ai cittadini, aggiornare i pannelli informativi, avvisare le autorità e attivare misure di contenimento della circolazione. Questo modello rende le città più responsabili, sostenibili e reattive alle esigenze dei cittadini
Questi esempi, dunque, dimostrano come la sinergia tra RPA e IoT sia già in grado di creare ambienti di lavoro e contesti urbani più efficienti, sicuri e intelligenti, andando ben oltre l’automazione tradizionale. Il futuro vedrà un’ulteriore espansione di queste applicazioni, grazie all’integrazione con sistemi di Intelligenza Artificiale e di Machine Learning, che permetteranno di anticipare eventi, adattare i processi in modo dinamico e prendere decisioni autonome sempre più sofisticate.
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